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28 febbraio 2024

27 febbraio 2024

26 febbraio - 5 marzo Mobilitazione in solidarietà agli imputati e alle imputate del processo Brennero [IT - EN - FR - DE - ES]

Il 5 marzo (data da confermare) la Corte di Cassazione si pronuncerà sulle condanne per il secondo troncone del processo per il corteo del Brennero del maggio 2016.

L'abbiamo già scritto tante volte, ma vale la pena ricordarlo: in quegli anni si assisteva allo spostamento dalla rotta mediterranea a quella balcanica e nel 2016, per fermare i migranti che dall'Italia provavano a raggiungere il nord Europa, l'Austria aveva deciso di costruire un muro al passo del Brennero, uno dei più utilizzati.

Il luogo non era certo dei migliori per organizzare un corteo il cui obiettivo era bloccare le vie di comunicazione ("se non passano le persone, non passano nemmeno le merci"), ma in tanti e in tante siamo andate fino al confine, a urlare con slogan e sassi che non avremmo lasciato che il muro venisse costruito impunemente. Nei mesi precedenti e in quelli successivi sono state tante le azioni, più o meno incisive, con cui abbiamo ribadito da che parte stiamo: al fianco di chi sceglie di fuggire da guerre, devastazioni ambientali e povertà.

L'Austria ha poi rinunciato a costruire il muro, ma l'attraversamento delle frontiere è diventato di anno in anno più difficile e letale.

Oggi, con la guerra in Ucraina e il massacro in atto in Palestina, il nesso tra guerra e frontiere è più evidente che mai e purtroppo il significato di quella giornata di lotta è sempre più attuale.

La guerra parte da qui: dai laboratori, dalle industrie, dalle università della Fortezza Europa.

Oggi come allora ci sono cose che ci risultano inaccettabili e abbiamo l'esigenza quasi fisica di palesarlo: come era scritto nel testo di indizione del corteo "Provare ad abbattere le frontiere è anche un impegno a non accettare l'inaccettabile. Un esercizio di etica del linguaggio, una pratica di libertà, un incontro possibile tra compagni di rotta".

I più di 130 anni di carcere con cui lo Stato vuole mettere a tacere questo slancio di solidarietà non sono un peso solo per coloro che potrebbero vedere le loro condanne confermate il marzo prossimo. Sono un'ipoteca sulla possibilità collettiva di lottare, non perché smetteremo di farlo, ma perché quando il prezzo da pagare si alza sono meno le persone disposte a rischiare e questo costituisce un pericolo per la libertà di tutti e tutte.

L'unico modo per non farci schiacciare è continuare a tenere la testa alta, a dire forte e chiaro quello che pensiamo e a comportarci di conseguenza.

Intrecciare legami di solidarietà con coloro con cui condividiamo le lotte e con coloro sui quali più pesano le conseguenze del capitalismo.

Sabotare i piani di chi è disposto a uccidere e sfruttare altri esseri umani e devastare il mondo in cui viviamo, spesso senza nemmeno sporcarsi le mani, solo per mantenere in vita un sistema mortifero.

Facciamo capire chiaramente che non ci faremo spaventare dalle loro condanne, che le ragioni di quella lotta sono ancora le nostre, che non riusciranno mai a metterci a tacere perché oggi lottare è un'esigenza imprescindibile.

Che vogliamo restare umani.

Sono tanti i modi per declinare la solidarietà a chi era al Brennero quel 7 maggio: la lotta contro le frontiere è lotta contro la guerra.

Dal 26 febbraio al 5 marzo facciamo capire che chi lotta non è mai solo/a!


2 marzo - Trento 3 marzo - Bolzano Cortei in solidarietà agli imputati e alle imputate del Brennero




Corteo in solidarietà alla popolazione palestinese - Milano 24 marzo - Volantino in solidarietà agli imputati e alle imputate del Brennero

Ecco il testo letto sabato 24 marzo al corteo a Milano:

Oggi siamo in piazza per dire forte e chiaro che quello che sta succedendo nella striscia di Gaza è un genocidio al quale vogliamo opporci.

Ma dirlo, anche in tanti, non basta. Quello che è necessario è provare a creare un rapporto di forza per cui al governo e alla classe industriale italiana non convenga continuare a sostenere questo massacro. È chiaro che detto così sembra quasi impossibile, la controparte è molto più forte e organizzata di noi. Ma questo presuppone immaginarsi uno scontro frontale. Però non è così che chi lotta per la libertà riesce a segnare punti in favore del campo degli sfruttati.

Voglio raccontare un piccolo episodio che, però, riguardando muri e frontiere, credo sia calzante.

Nel 2015 l'Austria dichiarò di voler costruire un muro al Brennero, per fermare la rotta migratoria verso il Nord Europa. Nel 2016 iniziarono i lavori. Come compagni del Trentino decidemmo di provare ad opporci a quest'opera. Ci furono iniziative informative, blocchi dei treni, dell'autostrada, sabotaggi e un corteo, il 7 maggio 2016. La parola d'ordine di quella giornata, e più in generale della mobilitazione, era: “Se non passano le persone, allora non passano nemmeno le merci”, perché il passo del Brennero è uno snodo logistico fondamentale. Il 7 maggio ci siamo scontrati con la polizia, ma siamo riusciti a bloccare ferrovia e autostrada.

Il muro non è stato poi costruito. Non sapremo mai quanto la campagna che abbiamo portato avanti abbia influito sulla decisione del governo austriaco, ma siamo ancora oggi convinti che l'angolo d'attacco che avevamo scelto fosse quello giusto: far sì che le scelte che vogliono imporci dall'alto, fregandosene delle vite di chi cerca di fuggire da guerre, devastazioni ambientali e povertà, abbiano per loro un prezzo. Perché questo è l'unico linguaggio che chi detiene il potere politico ed economico capisce. Ed è l'unico modo per influire sulle scelte di chi ci governa: non bastano le nostre sacrosante buonissime ragioni, serve mettere del peso sul piatto della bilancia.

Il tribunale di Bolzano, con tre diversi processi, ci ha condannati per quella giornata di lotta a quasi 140 anni di carcere e questo non perché ci siano stati chissà quali danni, ma perché vogliono spaventare chi si mette in gioco in prima persona, vogliono far sì che anche noi ci facciamo i conti prima di scendere in strada.

Il 5 marzo la Corte di Cassazione si esprimerà sul terzo troncone del processo, nel quale ci hanno affibbiato più di 125 anni di carcere. Abbiamo chiamato una settimana di solidarietà con gli imputati e le imputate del processo del Brennero, dal 26 febbraio al 5 marzo, con un corteo a Trento il 2 marzo e uno a Bolzano il giorno dopo. Questo non solo perché non vogliamo finire in galera, ma soprattutto perché pensiamo che sia assolutamente vitale far sentire allo Stato che chi lotta non è solo, che se anche ci reprimono ci sarà sempre qualcuno che andrà avanti a battersi, che le loro divise, i loro tribunali, le loro galere non saranno mai sufficienti a fermare il desiderio di libertà e di giustizia.

Questo processo non è il problema privato di un pugno di anarchici, ma riguarda chiunque voglia continuare a lottare e credere che il modo migliore per cambiare le cose sia mettersi in gioco in prima persona, ostacolando gli interessi dei potenti e colpendo questo sistema nei suoi innumerevoli nervi scoperti.

Basta guardarsi intorno per trovare gli intrecci tra il capitalismo nostrano e il colonialismo israeliano. Perché, da che mondo è mondo, l'unico modo di cambiare le cose è provare a ribaltare i rapporti di forza e questo non si fa solo nelle piazze. Perché, da che mondo è mondo, la miglior difesa è l'attacco e la solidarietà tra chi lotta.

Corteo non autorizzato ad Amburgo [IT - EN - DE]

Venerdì notte del 23 febbraio un corteo non autorizzato ha raggiunto il quartiere St.Pauli con fuochi d'artificio, scritte sui muri e blocco delle strade circostanti con materiale da costruzione.“Libertà per tutti i prigionieri!”, “Tutti insieme contro il fascismo!” e “La solidarietà è una questione di pratica – fuoco alle autorità di deportazione!" sono stati alcuni degli slogan che hanno risuonato per le strade. Due i volantini distribuiti in gran numero per le strade:

Volantino nr.1
"Stasera scendiamo in strada per le lotte militanti, antirazziste e antifasciste. I nostri compagni sono imprigionati per queste lotte, a
Budapest, in Italia o altrove – oppure sono in fuga o affrontano la
repressione in altri modi. Restiamo uniti nella lotta contro i confini, il razzismo e il fascismo sempre crescente. Restiamo uniti nel nostro amore per coloro che combattono e nella nostra ininterrotta solidarietà. La lotta contro lo Stato e i nazisti resta una questione di coraggio individuale, azione diretta e auto-organizzazione!"

Sul retro del volantino i vari link a: 
processo del Brennero https://abbatterelefrontiere.blogspot.com/
solidarietà con il caso Iuventa https://iuventa-crew.org/en/
con gli antifa a Budapest https://www.basc.news/
a Benni (compagno detenuto presso il carcere di Lipsia dal 5 gennaio e accusato di aver lanciato un ordigno incendiario contro l'USK Dachau a Lipsia durante le proteste contro la sentenza del cosiddetto processo Antifa East) www.freexantifas.org/free-benni

Volantino nr.2
Oggi siamo scesi in piazza per esprimere la nostra rabbia verso il sistema repressivo delle frontiere e delle carceri. Lottiamo insieme per la libertà di movimento di tutti e di tutte e mettiamo fine alla guerra alla migrazione. Contro i loro campi, le prigioni e la macchina della deportazione. Contro il carcere di deportazione di Glückstadt. Abbattiamo la fortezza Europa!
Solidarietà agli antifascisti, rinchiusi nelle carceri ungheresi, italiane o tedesche per attacchi ai neonazisti in una giornata di commemorazione fascista a Budapest. Con tutti/e coloro che sono dovuti/e entrare in clandestinità o in carcere a causa della repressione statale.
Solidarietà ai compagni e alle compagne accusati/e per il corteo in Italia a Brennero, per gli scontri al confine italo-austriaco.
Per l'anarchia!