“๐ถโ๐́ ๐๐ ๐ฃ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐̀ ๐โ๐ ๐๐ ๐๐๐๐ง๐ ๐ ๐๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐.
๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐โ๐, ๐̀ ๐๐๐ ๐̀.๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ก๐๐ ๐ ๐ ๐๐๐๐ก๐.
๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐โ๐, ๐̀ ๐๐๐ ๐̀.
๐๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐ ๐๐๐ ๐̀ ๐๐ ๐๐๐๐ง๐
๐๐๐๐, ๐๐ข๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐̀ ๐๐๐̀ ๐๐๐๐๐ก๐ก๐ข๐ก๐”
(๐ฟ๐ข๐๐ ๐ป๐ถ)
๐ท๐น๐ถ๐ญ๐ผ๐ด๐ถ ๐ซ๐ฐ ๐ด๐ถ๐ต๐ป๐จ๐ฎ๐ต๐จ
…lo sento il profumo provenire da quelle familiari montagne.
Sa di ombre nere, compagne di nebbia.
Sa di stormi di calcinacci che ricamano il cielo.
Sa di anime incandescenti, a loro sconosciuto il timore, solo ardenti d’ amore.
Chiudendo gli occhi lascia quel retrogusto dolce di parole taciute, ma urlate dal vento tra le libere valli, ora prive di confini.
E prendendo finalmente fiato, vi respiro.
A fondo.
Finalmente.
Ancora.
Fronde Noire
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