#Attribution1 {display:none; visibility:hidden;}

28 maggio 2016

SOLIDARIETA’ CON I BANDITI TORINESI

La mattina di mercoledì 25 maggio la polizia ha notificato a dodici compagni la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Torino. Il pretesto stavolta è una contestazione avvenuta lo scorso ottobre contro la Ladisa, azienda che si occupa della distribuzione dei pasti al Centro di Identificazione ed Espulsione: quel giorno era stato lanciato un secchio pieno di merda in supporto delle proteste dei detenuti di corso Brunelleschi, i quali avevano trovato vermi nel cibo distribuito dalla mensa. L’azione si colloca all’interno di una mobilitazione più ampia, che dura da molti anni, contro i lager per senza - documenti e la macchina delle espulsioni, parte integrante e funzionale alla gestione dei flussi migratori e delle frontiere. Anni in cui la determinazione delle rivolte dei reclusi, a cui si è cercato di non far mai mancare la solidarietà dall’altra parte delle mura, ha messo seriamente in discussione l’esistenza stessa dei CIE (attualmente su tredici ne sono in funzione solamente quattro).
Il divieto di dimora è una misura apparentemente lieve, che proprio per questo motivo può essere prolungata per più di un anno, e che per l’ennesima volta la Procura di Torino utilizza con l’intento di allontanare dalla città i compagni impegnati nelle lotte. Il tentativo è quello di disinnescare il conflitto attaccando le situazioni di rivolta e insubordinazione, con una strategia stillicida che non desti clamore né provochi reazioni.
Non lasceremo soli i compagni davanti a questo ulteriore tentativo di isolamento. Le reti di solidarietà si stringeranno proseguendo le lotte, a Torino e ovunque, contro lager, frontiere e deportazioni, e rispondendo con determinazione e passione ad ogni stratagemma repressivo.
Libertà per i compagni e le compagne!
Nemici e nemiche delle frontiere

Nessun commento:

Posta un commento